Per un’arte e un’architettura espressione del logos universale.

Le arti figurative e l’architettura si sono sempre più allontanate dal senso comune, perdendo un legame coi più, smarrendo una grammatica e un linguaggio comprensibile e fondato sul lògos universalmente a più livelli presente in ogni uomo.

Le provocazioni delle avanguardie, volte a contrastare il conformismo, si sono oggi trasformate esse stesse in nuovi conformismi; l’impudica alleanza di galleristi, critici e “artisti” ha prodotto il mostro che viene chiamato financial art; nelle stesse sedi deputate alla formazione si preferisce alimentare uno sterile spontaneismo, piuttosto che addestrare i giovani all’acribìa, alla diligenza, all’acquisizione severa d’un’espressione che ha le sue leggi come qualunque umana lingua. Ed è necessario nutrire d’idee grandi e sublimi l’animo di chi s’è impadronito di questi strumenti.

È necessario riprendere la lingua dell’arte secolare, riscoprire l’armonia, la proporzione, l’equilibrio, se vogliamo ridar vita allo spirito umano che soffoca in un momento di crisi profonda.

L’arte può rinascere non da un’astratta e arida razionalità fatta di giochi geometrici, ottici, psichedelici, ipnotici privi d’ogni nesso con l’esperienza comune del vivere e dalla percezione della natura che ci circonda; ma neanche da una minutissima e maniacale imitazione quasi fotografica della realtà materiale, o, addirittura, da una morbosa attenzione agli aspetti teratologici, primigeni, vitalistici dell’umana belva. Essa ha bisogno d’uno hieròs gàmos, d’un’unione sacra tra spirito e materia, tra razionalità ed esperienza: deve attingere a quel punto cruciale che risiede nell’intersezione del piano verticale tendente all’iperuranio e quello orizzontale scorrente sulla terra.

Nessun umanesimo si può trasformare in rinascimento senza le arti visive; esse sole portano anche a chi non è squisitamente attrezzato culturalmente i contenuti alti della speculazione filosofica e della creazione letteraria, che giungono al cuore attraverso l’immediato canale della vista. I nessi d’armonia e d’equilibrio, se adeguatamente metabolizzati, si possono, tramite un’adeguata educazione, trasformare in princìpi di giustizia nel campo etico e di verità in quello gnoseologico, secondo quanto già intuito da Platone.

Il Centro per la rinascita delle arti Poikìlē

L’Accademia Vivarium novum, nell’àmbito del vasto programma del suo Campus mondiale dell’umanesimo, ha avviato il progetto Poikìle per la rinascita delle arti visive e dell’architettura. I giovani che vengono formati da espertissimi maestri, non solo studiano con cura e attenzione le tecniche a noi giunte attraverso una tradizione secolare, ma vengono in contatto con le letterature e le lingue classiche, con la filosofia, con la storia dell’arte e con le altre espressioni dello spirito umano che le varie civiltà hanno prodotto. Questa circolarità delle arti e delle conoscenze è favorita dalla struttura del Campus, dove convivono studenti di lettere classiche, della storia del pensiero e delle idee, di musica, di pittura e di scultura, assieme ai loro insegnanti. Il Campus, con la sua caratteristica internazionalità, permette anche di mettere a confronto le grandi acquisizioni di culture diverse che nei millenni si sono affermate in differenti regioni del mondo, con un enorme arricchimento reciproco.

Il progetto-manifesto della “Sala Europa” della Villa Falconieri

Il progetto, oltre a fondarsi su princìpi ideali e teorici ben solidi, si presenterà anche attraverso una sorta di “manifesto visivo”, costituito dalla riqualificazione d’una parte dell’ala della Villa Falconieri di Frascati (Roma), sede dell’Accademia Vivarium novum, ricostruita in maniera frettolosa e con assai discutibili scelte tra il 1956 e il 1959 dopo il funesto bombardamento dell’8 settembre del 1943 che l’aveva rasa al suolo; essa, successivamente, era stata gradualmente sempre più martoriata da interventi inopportuni e inadeguati. Il cosiddetto “Salone Europa” della Villa è stato già oggetto di lavori di miglioramento, con la posa d’un pavimento in cotto naturale all’interno del quale sono stati collocati i cinque solidi platonici del Timeo in marmo, a indicare il cosmo edificato in numero, mensura et pondere; il vecchio soffitto in commerciali finti cassettoni in gesso prestampato è stato coperto da una volta in cartongesso a specchio o gavetta con nicchie laterali. Su questa volta dovranno essere applicate tele dipinte a olio o pannelli su cui sarà rappresentata l’ascesa dei carri delle anime verso il mondo iperuranio delle idee e coppie di sapienti della storia a confronto (Platone e Cicerone, Omero e Virgilio, Bessarione ed Erasmo, eccetera). Su uno dei lati corti apparirà Ercole che, vinta la feritas, nutre la sua humanitas con l’aiuto di poesia e di filosofia; sull’altro i rappresentanti delle grandi civiltà (Mencio, Ashoka, Pico, Rumi) che colloquiano nel segno della pace.

Direzione e consiglio scientifico

Il progetto è diretto da Leonid Ilyukhin.

Consiglio scientifico:

  • Christopher Allen (Library Council of New South Wales, Australia)
  • Louise Bourdua (Warwick University)
  • Guido Cappelli (Università di Napoli “L'orientale”)
  • Claudia Cieri Via (Università di Roma “La Sapienza”)
  • Massimo De Vico Fallani (Università di Roma “La Sapienza”)
  • Cesare De Seta (Università di Napoli “Federico II”)
  • Francesco Furlan (CNRS - Parigi)
  • James Hankins (Università di Harvard)
  • Antonella Greco (Università di Roma “La Sapienza”)
  • Giuseppe Morganti (Soprintendenza arheologica di Roma e presidente FAI Lazio)
  • Olimpia Niglio (Università di Pavia)
  • † Paolo Portoghesi (Università di Roma “La Sapienza” e Accademia nazionale dei Lincei)
  • Salvatore Settis (Scuola Normale Superiore di Pisa e Accademia nazionale dei Lincei)
  • Stéphane Toussaint (CNRS, Parigi)