Chiusura dell'anno accademico 2018-2019

Dignitas hominis et humanitatis officia

Negli ultimi secoli, stimolati dalla presa di coscienza delle inveterate e nuove violazioni della sacralità della persona umana, la formazione etica dell'Occidente s'è concentrata sulla definizione e sulla difesa dei diritti, considerandoli come un dato intrinseco e connaturato all'uomo: punto d'arrivo di tale percorso è stata la redazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, ch'è come una summa del pensiero morale condiviso dalle società occidentali contemporanee.

Quest'appuntarsi sui diritti, benché necessario e indispensabile, specialmente dopo gli abusi intollerabili del colonialismo e gli orrori nefandi e funesti delle due guerre mondiali, ha però, nonostante i richiami della stessa Dichiarazione e le buone intenzioni di chi ne ha promosso i princìpi, messo in ombra e quasi emarginato l'etica del dovere, che invece, da Panezio a Cicerone, da Ambrogio al Mazzini era stata la via principe dell'educazione dell'uomo. Com'è ovvio, una società formata da persone convinte d'aver solo diritti e ignare o dimentiche dei propri doveri non può non degradare in un mondo trasimachèo, dove la giustizia non è che l'utile (o "il diritto") del più forte e prepotente sul più debole, di chi adopera astuta scaltrezza su chi difende una proba onestà, del furore dell'insania sulla prudente saggezza.

La dignitas hominis è, nell'antichità come nel pensiero del migliore Umanesimo, sempre messa in relazione con gli humanitatis officia: essa è un privilegio concesso all'uomo tra tutti gli altri viventi, è la facoltà di scegliere grazie al libero arbitrio e alla ragione, è un munus divino, che, come ogni munus è insieme dono, incarico e dovere. L'uomo posto al centro del teatro mondano, dunque, può, con piena autodeterminazione, scegliere se salire alle vette dello spirito o degenerare nel fango degl'impulsi irrazionali e ferini: ma questa seconda scelta lo pone in una condizione d'opprobrium, di vergogna e di disonore, come quella di chi, potendo ascendere a un perfezionamento di sé e a un grado dal quale poter davvero contribuire al miglioramento dell'intera umana società, preferisca immergersi nel brago delle bramosìe che condividiamo coi bruti. È su quest'accento in definitiva parenetico e educativo di sé stessi che verte la famosa orazione del Pico, volta ad affermare insieme una concordia armonica e temperata delle parti costituenti l'animo umano e una concordia esteriore fra le dissenzienti e apparentemente divergenti fazioni del pensiero filosofico; intorno a cardini simili verte l'opera del Manetti; ambedue considerano l'autodeterminazione dell'uomo in un quadro di princìpi iscritti nella natura e indipendenti dalla scelta umana, che per questo diviene positiva o negativa a seconda che si diriga verso l'alto o verso il basso. La determinazione della propria natura non implica per Pico una determinazione della natura rerum né dell'universo mondo, né tantomeno di princìpi o del valore di bene o di male delle cose e delle azioni, come in certe tendenze filosofiche a noi contemporanee, o anche a declinanti pseudopensieri che oggi minacciano l'esistenza non solo dell'uomo, considerato "antiquato", ma anche dell'universo in cui l'uomo è iscritto.

Il convegno, che si ricollega al congresso organizzato per il 7 e 8 giugno dall'Accademia Wenli e dall'Accademia Vivarium novum a Hangzhou in Cina sull'importanza dell'educazione classica e umanistica per la formazione d'una classe dirigente degna di questo nome, vuole ribadire questa centralità dell'etica del dovere e particolarmente del dovere di realizzare pienamente, nella libertà concessa ad ognuno, quella natura dell'uomo che può elevarsi al di sopra dei propri egoismi per conquistare una visione universale: perché, come scrisse il Mazzini, "colla teoria dei diritti possiamo insorgere e rovesciare gli ostacoli; ma non fondare forte e durevole l'armonia di tutti gli elementi che compongono una nazione. Colla teoria [...] del benessere dato per oggetto primo alla vita, noi formeremo uomini egoisti [...]. Si tratta dunque di trovare un principio educatore superiore a siffatta teoria che guidi gli uomini al meglio, che insegni loro la costanza nel sacrificio, che li vincoli ai loro fratelli senza farli dipendenti dall'idea d'un solo o dalla forza di tutti. E questo principio è il dovere. Bisogna convincere gli uomini [...] che ognuno d'essi deve vivere non per sé, ma per gli altri; che lo scopo della loro vita [...] è quello [...] di rendere sé stessi e gli altri migliori; che il combattere l'ingiustizia e l'errore a beneficio dei loro fratelli, e dovunque si trova, è non solamente diritto, ma dovere: dovere da non negligersi senza colpa; dovere di tutta la vita."


Modalità di partecipazione

Ingresso libero con prenotazione obbligatoria scrivendo a: convegni@vivariumnovum.net.

Col patrocinio di:
Parco dei Castelli Romani
Comune di Frascati



Programma

Prima parte: Litterarum memoria

13 giugno

  • 15.00: Ioachim Pascual Barea (Università di Cadice): "Litteraria certamina Hispali anno 1531 studentibus instituta."
  • 16.00: Dirk Sacré (Università cattolica di Lovanio): "De carmine, quod Alafridus Bartoli, cum prius bellum apud Italos quoque saevire coepisset, condidit, c.t. Nox Natalicia."
  • 17.00: Pausa
  • 17.30: Charles Guittard (Università di Parigi X - Nanterre La défence): "De memoria, monumentis saeculisque apud Romanos."
  • 18.30: Gerardo Froylán Guzmán Ramírez (Accademia Vivarium novum): "«Oὐ συνέχθειν ἀλλὰ συμφιλεῖν ἔφυ»: de animi varietate in Graecorum tragoediis."
  • 19.30: Antonio Gonzalez Amador (Cultura clásica, Spagna): "Progresos y contribuciones de España para la defensa de las lenguas clásicas" (in ispagnolo con traduzione in latino).
  • 20.30: Concerto del coro Tyrtaríon.

14 giugno

  • 10.00: Presentazione del volume di autori vari, De recentiorum eloquentia (a cura di Terence O. Tunberg, Università del Kentucky).
  • 10.30: Milena Minkova (Università del Kentucky): "De Latinitate Maffei tamquam ponte quo patrimonii Latini flumen iungatur."
  • 11.00: Pausa
  • 11.30: Terence O. Tunberg (Università del Kentucky): "De Erasmo oratore."
  • 12.00: Ivan Parga (Oxford Latinitas project / Accademia Vivarium novum): "De humanae condicionis miseria et hominis excellentia ac dignitate apud quosdam Mediae aetatis scriptores."
  • 13.00: pranzo.

Seconda parte: Dignitas hominis et humanitatis officia

14 giugno

  • 16.00: Saluti e introduzione ai lavori.
  • 16.30: Giancarlo Rinaldi (Università di Napoli "L'Orientale"): "Dignità dell'uomo e predestinazionismo in una polemica del Settecento inglese: John Wesley e Augustus Toplady."
  • 17.30: Pausa
  • 18.00: Fabrizio Lelli (Università del Salento): "La cultura ebraica, gli umanisti e le controversie sulla sapienza pagana associata con l'ideale della dignitas hominis."
  • 19.00: Paolo Santangelo (Università di Roma "La Sapienza"): "La dignità umana nella tradizione culturale cinese."
  • 20.00: Spettacolo teatrale del gruppo Vertumnus.
  • 21.00: Cena.

15 giugno

  • 10.30: Ignacio Armella (Accademia Vivarium novum): "Οὐδὲν ἀνθρώπου δεινότερον: l'umana dignità nel pensiero classico."
  • 11.30: Pausa
  • 12.00: Raffaele Torella (Università di Roma "La Sapienza"): "Alla (difficile) ricerca di una “Dignità dell’uomo” nella cultura dell’India."
  • 13.00: pranzo
  • 15.00: Angelo Iacovella (Università degli studi internazionali di Roma): "La dignità dell'uomo nell'Islam: sulla funzione "vicaria" di Adamo."
  • 16.00: Giulio Maria Chiodi (Istituto universitario "Suor Orsola Benincasa" di Napoli): "«Diventare umani» nell'Oratio di Pico."
  • 17.00: Pausa
  • 17.30: Paolo Isotta (storico della musica): "Cosmo, musica, uomo, nel mondo classico e in Dante."
  • 18.30: Luigi Miraglia (Accademia Vivarium novum): Conclusioni.
  • 19.30: Concerto del coro Tyrtarion.
  • 20.30: Cena.

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