Nino Borsellino (1929-2021), già professore di Letteratura italiana nell'Università di Roma "La Sapienza", è stata una delle personalità culturali più significative nel panorama della critica letteraria del nostro Paese. I suoi studi sul teatro, sul Cinquecento, sul comico, su Pirandello e Dante sono e rimarranno pietre miliari del cammino investigativo degli italianisti che vorranno dedicare la loro ricerca a tali campi d'indagine.

Grazie alla generosità della figlia, la dottoressa Maria Borsellino D'Angelo, e alla cortese mediazione del professor Pasquale Stoppelli, la biblioteca di Nino Borsellino, una preziosa collezione di circa diecimila volumi selezionati con un razionale e attento lavoro che ha guidato negli anni la costituzione della raccolta libraria, è stata donata all'Accademia Vivarium novum, la quale ha dedicato al fondo ricevuto una sala della Villa Falconieri. La peculiarità e la ricchezza di tale patrimonio rappresenta un punto di riferimento per gli studiosi che intendono avvicinarsi alle problematiche relative alla letteratura italiana: l'attenzione alla scelta dei volumi, l'estensione e l'articolazione della collezione, in grado di fornire gli strumenti necessari alla ricerca, sono per il Vivarium, per la formazione dei suoi giovani e per il territorio un dono di grande valore, di cui i membri dell'Accademia sentono tutta la piena responsabilità.

La biblioteca è stata ora catalogata interamente e inserita nell'OPAC (Online public access catalogue) del Servizio bibliotecario nazionale (SBN: sezione "Istituti culturali del Lazio"), che consente d'effettuare ricerche bibliografiche anche a distanza, utilizzando il catalogo collettivo delle biblioteche italiane.

Con questo convegno d'inaugurazione s'intende non solo offrire un dovuto omaggio alla figura e all'opera dello studioso Borsellino, ma anche ringraziare coloro che hanno contribuito a far sì che la sua anima continui a vivere nella corte degli antiqui huomini da lui radunata con amore nel corso d'un'intera vita; permettendo così alle nuove generazioni desiderose d'un colloquio coi grandi della storia d'entrarvi con rispetto e cibarsi di quel cibo ch'è fatto per loro e per il quale essi nacquero.