“Velut e naufragio emergentes”: crisi e rinascite

Convegno conclusivo dell’a.a. 2020-2021

Alla vigilia della seconda guerra mondiale, in quel tempo gravido di foschi presagi, in cui i più attenti pensatori avevano maturato la consapevolezza d’una profonda crisi dell’Occidente e del suo progressivo “tramonto” preparato già da un declino secolare della coscienza europea, Thomas Mann lanciava un suo accorato appello agli uomini di cultura d’ogni nazione: “Achtung, Europa!

In esso l’autore delle acutissime “Considerazioni d’un impolitico” sottolineava la necessità d’un “umanesimo militante” che fronteggiasse la deriva della ragione, l’insorgere di fanatismi risoluti e privi d’ogni dubbio, la follia posta sul trono della filosofia.

La coscienza della crisi, ossia del momento in cui bisogna esprimere un giudizio e scegliere una strada, è il presupposto indispensabile d’una rinascita: e dove questa coscienza, nel dispiegarsi della storia, è stata forte, presente e vitale, lì sono fiorite nuove prospettive, si sono aperti nuovi e più ampi orizzonti allo spirito umano e alla vita morale; al contrario, quando questa consapevolezza fu assente, quando le menti degli uomini, inebetite dall’immersione nell’hic et nunc, obnubilate nella caligine degli affetti egoistici e superbamente chiuse nella prigione del particolare, non riuscirono a vedere con chiarezza l’avanzare minaccioso di quell’onda che s’avvolge e pesa sul capo del naufrago, allora la catastrofe fu inevitabile, e furono necessari secoli per riprendere e intrecciare di nuovo le fila d’un tessuto culturale logorato e disfatto.

Dai momenti di stagnazione, di pericolo, di sconvolgimento son nati i movimenti più luminosi di rinascita nel corso della storia; movimenti che hanno saputo simul ante retroque prospicere, recuperando dallo specchio del passato, guardato nella prospettiva, per dirla col Gravina, d’un’immagine del futuro, quegli elementi di solidarietà, di razionalità, di virtù, di senso del limite e della misura, e in una parola, d’humanitas, che si ritenevano costitutivi dell’essere umano in quanto tale, di là da ogni differenza specifica o da caratteristiche proprie d’una singola epoca. Si cercò di determinare quale fosse il ruolo delle dottrine morali, dell’arte, della letteratura, della filosofia, perché esse potessero, assieme alle discipline scientifiche in senso stretto, in una nuova alleanza mirante a finalità comuni e condivise, contribuire al vero e non specioso progresso del genere umano nel suo complesso. Si prestò un’attenzione infinita alla scuola, all’educazione, all’alta formazione dei giovani, nella convinzione che solo una vera e seria paidèia possa condurre un popolo a riscuotersi non con moti incomposti e passionali, ma con un programma di ricostruzione dell’intero corpo sociale, della sua concorde coerenza interiore, in un’armonica coesistenza di vita attiva e vita contemplativa, di scholè e d’ascholìa.

È per questo che convengono studiosi di storia, di letteratura, di filosofia, d’economia, di diritto, di discipline matematiche e scientifiche: per dibattere sulla crisi presente e individuare insieme le linee e i mezzi per una rinascita futura; una rinascita che passa per il risveglio, anche nelle persone più lontane da professione di studi, della consapevolezza dei fondamenti dell’umano a cui non è possibile rinunziare. Questo il cómpito grande e difficile che ci si profila dinanzi per i prossimi anni; questo il dovere che ha da porsi nell’animo chiunque rivesta ruoli di responsabilità civile, politica, culturale nel nostro mondo, che ha bisogno di tale rinascita ben più d’ogni avanzamento della tecnica, che non solo è vuota e sterile senza di essa, ma rischia anche di rendere l’uomo antiquato in una degenerante e imbestialente trasformazione antropologica di cui vediamo già i primi segni, senza che se ne susciti nelle menti e nei cuori il debito orrore.

Modalità di partecipazione

A causa delle restrizioni dovute al covid, le conferenze non saranno accessibili a un pubblico esterno in presenza: il convegno sarà integralmente trasmesso attraverso la piattaforma zoom per permettere a tutti di seguire ogni intervento e d'interagire con i relatori. Si prega d'iscriversi attraverso il seguente collegamento: iscrizione.

Gli iscritti riceveranno automaticamente un unico collegamento valido per tutte tre le giornate. Si prega di notare che per motivi tecnici gli spettacoli e concerti non saranno trasmessi attraverso la piattaforma zoom.

Il concerto d'arpa di Joost Willemze del venerdì 11 giugno alle 20.00 e lo spettacolo “S'io m'intuassi come tu t'immii” del sabato 12 giugno alle 20.00 saranno invece aperti al pubblico con prenotazione obbligatoria scrivendo a convegni@vivariumnovum.net. Si prega d'indicare precisamente la manifestazione oggetto dell'interesse, tutti i nominativi dei partecipanti e almeno un numero di cellulare.

Programma

Venerdì 11 giugno

  • 16.00 Luigi Miraglia (Accademia Vivarium novum): «Wo aber Gefahr ist, wächst das Rettende auch»: Dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che dà salvezza.
  • 16.30 Filippo Mignini (Università di Macerata): La riforma d’Ignazio di Loyola: possibile modello di rinascita dalla crisi del nostro tempo.
  • 17.00 (da remoto) Serge Latouche (Institut d'études du developpement économique et social di Parigi): Ritrovare il senso della misura con la decrescita.
  • 17.15 Pausa.
  • 17.45 Luciano Boi (École des hautes études en sciences sociales - Parigi): Reale e virtuale: ripensare il dialogo tra le due culture.
  • 18.15 Jean-François Braunstein (Università di Parigi I - Sorbonne): Le follie della sedicente filosofia.
  • 18.45 (da remoto) Miguel Benasayag (Università di Lille 3): Crisi o cambiamento d'epoca?
  • 19.00 Dibattito.
  • 20.00 Concerto d’arpa di Joost Willemze.

Sabato 12 giugno

  • 15.30 Gianni Marilotti (Presidente Biblioteca e archivi del Senato): Cultura, scuola e memoria per rinascere.
  • 16.00 Giovanni Stelli (Istituto italiano per gli studi filosofici): Narciso contro la ragione: la dissoluzione della postmodernità.
  • 16.30 Gaetano Lettieri (Università di Roma “La Sapienza”): Attualità e inattualità politica dell'Umanesimo.
  • 17.00 Pausa.
  • 17.30 Adriano Rossi (ISMEO e Accademia nazionale dei Lincei): L’ISMEO e il Vivarium novum per la concordia tra le grandi civiltà.
  • 18.00 Gerardo Bianco (A.N.I.M.I. - Società Magna Grecia): Un punto di partenza.
  • 20.00 Spettacolo teatrale dell’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico”: “S’io m’intuassi come tu t’immii”.

Domenica 13 giugno

  • 10.00 Lamberto Maffei (Scuola normale superiore di Pisa e Accademia nazionale dei Lincei): Un futuro da “riaprire” con urgenza.
  • 10.30 Marie-Dominique Couzinet (Università di Parigi I - Sorbonne): L'inattualità dell'umanesimo rinascimentale.
  • 11.00 Pausa.
  • 11.30 Guido Cappelli (Università di Napoli “L’orientale”): La letteratura après le déluge.
  • 12.00 Giancarlo Rinaldi (Università di Napoli “L’orientale”): Post fata resurgo.
  • 12.30 (da remoto) Frank La Brasca (Centre d’Études Supérieures de la Renaissance dell’Università di Tours): Coniugare vita attiva e contemplativa per una vera rinascita.
  • 13.00 Pranzo.
  • 15.30 Francesco Serra di Cassano (Accademia Vivarium novum): Thomas Mann e le tensioni della modernità.
  • 16.00 Marco Pellegrini (Università di Bergamo): Rinascite e rivoluzioni.
  • 16.30 (da remoto) Sergio Albeverio (Università di Bonn): Ripensare i rapporti tra scienza, cultura e società.
  • 16.45 Pausa.
  • 17.30 Ignacio Armella (Accademia Vivarium novum): ‘Iacerent in tenebris omnia nisi lumen litterarum accederet’: Il ruolo delle humanae litterae nei periodi di crisi culturali.
  • 18.00 (da remoto) Françoise Graziani (Università della Corsica): L’aristotelismo del Rinascimento può ancora insegnarci a vivere?
  • 18.15 Tiziana Provvidera (University college London): Il libro dalla crisi alla rinascita.
  • 19.00 Concerto Tyrtarion.

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