|Uno sguardo sulla musica e i transiti culturali orientali nel grande porto veneziano, gli echi della corte Ottomana attraverso i documenti di Donà e Toderini, emissari veneziani alla Sublime Porta; il viaggio di melodie ebraiche dalla Mantova dei Gonzaga alle melodie orientali in Makam Nihavend. Un programma di confine, in una città, Venezia, 'porta girevole' del Mediterraneo, esposta alle correnti del levante, dove convergono codici condivisi, tradizioni sapienziali, poetiche universali.

Molte le connessioni fenomenologiche e storiche, che specularmente pervadono i continui intrecci del Mediterraneo orientale, dalla Venezia Levantina alla corte Ottomana.

Come non intuire simboli della memoria cavalleresca, come quella surreale Gagliarda danzata sul ponte della nave dal comandante supremo Don Giovanni d'Austria un minuto prima della battaglia con la flotta turca a Lepanto nel 1571.

Linguaggi e strumenti musicali che lambivano il porto veneziano, in un continuo scambio di merci, mode, arti, conoscenze, come testimoniato in diverse fonti d'archivio, e come apprendiamo ad esempio da una lettera di Claudio Monteverdi a Giovanni Battista Doni del Febbraio 1634: «Quello che ho visto io, in Mantoa, tocco e fatto da un tal arabo che all'ora veneva da Turchia (e questo era loggiato in corte di quella Altezza di Mantoa, mio signore), era una cettera dela grandezza dele nostre, cordata con le stesse corde e parimente sonata [...] esse armonie uscivano con il moto del tremolo, che rendevano un gratissimo effetto». Un dialogo ai confini della modalità, tra maqam orientali e modi rinascimentali.